L’invasione dell’Ucraina ordinata il 24 febbraio da Putin
All’alba del 24 febbraio il presidente russo V. Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, come molte cancellerie occidentali temevano.
L’occidente assiste da settimane, all’invasione dell’ucraina e si intravede all’orizzonte lo spettro della Terza Guerra Mondiale.
L’escalation è avvenuta dopo la decisione di Mosca di riconoscere come indipendenti i territori ucraini controllati dai separatisti delle “Repubbliche popolari” di Donetsk e Lugansk nel Donbass.
Nel dibattito politico e nei mass media non sembra esserci spazio per l’opinione del cessate il fuoco immediato. Quella prevalente richiama i governi occidentali a dare sostegno militare all’Ucraina.
Molte sono le voci fuori dal coro interventista, partendo da Papa Francesco I al popolo del No alla Guerra, alle associazioni pacifiste e all’Associazione Nazionale Partigiani-ANPI.
L’ANPI e la partecipazione alla Manifestazione Straordinaria per la PACE Perugia-Assisi
L’Associazione Partigiani ed il suo gruppo dirigente si sono esposti con il cessate il fuoco ed il No all’invio delle Armi, portandosi dietro molte critiche politiche.
Ed ha dato la sua adesione e parteciperà alla Marcia straordinaria per la pace Perugia-Assisi, “Fermatevi! La guerra è una follia” del 24 aprile.
Infatti la posizione dell’ANPI non è riducibile né alla coppia bianco-nero o amici-nemici, né alla militarizzazione della politica e della comunicazione che sta avvelenando da qualche settimana il dibattito pubblico.
Il dibattito nei Mass Media è letteralmente militarizzato da quando il presidente russo V. Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina.
Se qualcuno non è d’accordo su questo o quell’aspetto della politica del governo o dell’UE viene tacciato di “putiniano”.
Le posizioni diventano sempre più rigide fino a tacciare di filo Putin molti osservatori e analisti di politica estera e non si assiste nei dibattiti televisivi a posizioni di confronto sereno.
La difesa dei valori occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina
Quando Joe Biden ha affermato che Vladimir Putin non può continuare a governare, cd. regime change, ha offerto ai russi l’opportunità di accusare gli occidentali di tramare un cambio di potere a Mosca.
Così da alimentare il dibattito sui Mass Media sulla difesa dei valori dell’occidente, messi in discussione dall’attacco all’Ucraina.
L’opinione pubblica occidentale è distante ormai da decenni dall’idea della Guerra ai propri confini.
Difatti si ritrova esposta alle notizie ed immagini sui crimini e sulle atrocità della guerra, in una vera e propria informazione di propaganda.
Inoltre l’opinione degli italiani è molto divisa, sulla possibilità che l’Unione Europea fornisca armi all’Ucraina per respingere l’invasione russa.
Le percentuali secondo un sondaggi, ISPI realizzato da IPSOS, di coloro che sono a favore o contrari sostanzialmente si equivalgono.
Al 38,6% di no si contrappongono il 28,6% di intervistati d’accordo con l’invio di armi e il 9,1% che vorrebbero fornire a Kiev armi ancora più potenti.
Nell’opinione pubblica si ha la consapevolezza che questi aiuti militari non sarebbero dei deterrenti al massacro della popolazione civile ma causerebbero un aumento del conflitto.
Inoltre c’è anche la possibilità che si possa arrivare, non solo alla partecipazione attiva degli Stati del Blocco NATO, sino all’uso degli armamenti nucleari.
In tutta onestà non resta che prendere atto della lungimiranza dei nostri padri costituenti, che come hanno enunciato nell’ art. 11 della Carta Costituzionale:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”
Hannah Arendt
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