Nuove culture, nuovi orizzonti: gemellaggi e scambi culturali

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“Fatta l’Europa bisogna fare gli europei” affermava a suo tempo Carlo Azeglio Ciampi. Prima di lui Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Unione europea, sottolineava l’importanza della cultura e della scuola in questo progetto. Gli scambi tra comuni e scuole di Paesi diversi è volto proprio a stimolare le nuove generazioni a un’apertura socio-culturale. Soltanto con un senso di appartenenza alla comunità europea i ragazzi saranno, infatti, in grado di farsi promotori dei valori dell’Unione: la pace, la democrazia, la libertà, l’uguaglianza e il rispetto della dignità umana.

L’importanza del gemellaggio

Esistono vari tipi di gemellaggi fra istituzioni, enti e scuole. Il più frequente è quello tra due comuni di Stati diversi o anche dello stesso Stato. Le città gemellate hanno spesso nelle loro storie o nelle loro origini punti in comune e portano avanti progetti volti a far conoscere le proprie realtà a vicenda. Molti sono i comuni in Italia con più città sorelle nel mondo: la sola Firenze è gemellata con ben 21 comuni. L’Europa incoraggia i gemellaggi fin dagli anni ’50. Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa ha perfino creato una piattaforma web per far incontrare potenziali partner. Inoltre l’Unione finanzia economicamente i progetti di relazione e scambio, in cui l’Italia si rivela spesso tra i primi Paesi.

Cartello stradale che indica i comuni con cui è gemellata la cittadina piemontese di Cherasco

Un buon accordo di gemellaggio può rivelarsi benefico per tutta la comunità e l’amministrazione comunale. Alla base ci sono l’integrazione, l’unione tra Paesi diversi, lo scambio di idee e di opinioni e la condivisione dei problemi. Si rivela necessario però sensibilizzare le popolazioni a questi scambi e far comprendere la magnifica opportunità offerta: quella di interagire con il diverso. “In varietate concordia” è, infatti, il motto dell’Unione europea, che si traduce spesso in italiano con “Unita nella diversità”. La locuzione evidenzia l’armonia e la tranquillità di una realtà in cui coesistono diversi modi di vivere che si rispettano reciprocamente.

Bandiere dei Paesi membri dell’Unione europea davanti al Parlamento di Strasburgo

Sezze: i suoi gemellaggi e gli scambi culturali

Anche il comune di Sezze è gemellato con altri paesi: Montmorency in Francia, Kozármisleny in Ungheria e Lioni in provincia di Avellino. Inoltre l’ISISS “Pacifici e De Magistris” ogni anno dal 2006 partecipa a un progetto di scambio con il “Landgraf Ludwings Gymnasium” di Gießen (Germania), cittadina dell’Assia, con l’impegno della preside Anna Giorgi e del professor Giancarlo Loffarelli. I ragazzi dell’ISISS vengono ospitati dai ragazzi tedeschi e viceversa. Gli studenti si esibiscono in due spettacoli teatrali (uno tedesco e uno italiano) durante i periodi di scambio, preparati nel corso dell’anno scolastico nelle rispettive scuole. Ultimamente poche sono state le relazioni con la Francia; tuttavia si ricorda lo scambio con Montmorency, cittadina vicino Parigi, dei ragazzi della ludoteca comunale “Orso rosso” nell’estate 1990 organizzato da educatori storici quali Rosolino Trabona e Umberto De Angelis (alias Farza).

Studenti dell’ISISS alla fine della loro esibizione in Germania; foto del Fatto a Latina risalente al 2019

Verso un’Unione non solo economico-politica

L’insegnamento delle lingue comunitarie, i progetti di scambio e la libera circolazione di persone sono le basi per costruire un futuro che non veda soltanto nell’Unione una forza economico-poltica, a volte anche duramente criticata, ma soprattutto una forza culturale e sociale. Lo stesso Dante, padre della lingua e della letturatura italiana, auspicava un grande impero sotto la guida di un imperatore che avrebbe dovuto garantire la giustizia e la pace dei popoli. Gli insegnanti universitari godevano sin dall’XI-XII secolo del diritto di poter insegnare dovunque. Si tendeva ad apprezzare, infatti, i meriti individuali e venivano favoriti gli spostamenti di intellettuali in tutta Europa (una sorta di Erasmus ante litteram). Da questi esempi della Storia dovremmo prendere spunto per le iniziative future, tenendo presente che “differenze di abitudini e linguaggi non contano se i nostri intenti sono identici e i nostri cuori aperti” (Joanne Kathleen Rowling, scrittrice britannica).

Studenti europei in Erasmus a Parigi
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