Il sasso di capodanno e gli auguri
“Bonì Bonì Bonanno
Teccot’ì sasso di capodanno
Damme ‘na zippola e dammela bona
Puzzi fa na figlia signora !”
Sciamavano i bimbi, i mammocci, per le strade a scambiare un sasso per la fortuna. Era, quel sasso, come una pietra filosofale che “si trasformava” in dolcezza, in mangiare buono che se capitava il primo dell’anno era per tutto l’anno. La “zippola” è un dolce capace di addolcire il mondo.
I tempi cambiano e bisogna “sentire” il tempo, non ostinarsi controtempo, ma bisogna stare nel tempo dei ricordi e pensare che c’è stato un mondo in cui i folletti andavano per vicoli e un sasso si faceva dolce, dono, scherzo e ridendo iniziava un tempo nuovo.
Non so dirvi se i bimbi, i “mammocci” setini, andranno a chiedere i doni, ma la filastrocca la recito tutta:
Si ni mi dai ‘na finora secca ,
puzzi fa ‘na figlia senza recchia !
Si ni mi dai niente ,
puzzi fa ‘nu figlio pizzente !
Si ni mi dai niente ,
puzzi fa nu figlio puzzolente !”
Si mi dai ‘nu bicchiero d’ acqua ,
puzzi fa na figlia senza patacca !
E si mi dai ‘nu sculumareglio ,
puzzi fa nu figlio senza ceglio !”
Buon anno, il 2024 sarà quello che sarà, il 2023 è stato quel che ha potuto, ed è questa la verità. Se questa notte verranno a portavi il sasso di capodanno siate generosi
Si mi dai ‘na ciammella ,
puzzi fa ‘na figlia bella bella
dammi gli struffolo e dammigli sincero
puzzi fa ‘nu figlio cavaliero !
Si mi dai na caciata ,
puzzi fa na figlia maritata !

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