Dalla lavanda alle tessitrici di canapa di Sezze: l’incredibile storia di Nèna

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Inizi dalla lavanda e non si sa dove vai a finire una storia tira l’altra e l’altra ancora. Non finisce mai, perchè la vita sta nei racconti e mentre raccontiamo stiamo scrivendo un’altra storia.Si parte dal lavandeto di via degli Archi di San Lidano e dalla storia del tabacco a Cori, varietà moro e zzecoìna, e i ricordi di quando a Sezze si coltivava la canapa, quella per i tessuti. Ed ecco che Filomena Danieli mi parla di come a Sezze c’erano tantissimi telai per lavorare la canapa, si ricavavo teli da 90 centimetri, se ne univano tre tra loro e ne usciva un lenzuolo e… mi manda le foto di questi lavorati che stavano nel corredo della suocera che si è sposata quasi 100 anni fa, nel 1925 e ancora reggono. Insomma testimonianza di un mondo che c’era, dove tutto o quasi era a filiera breve, brevissima. Ora i tessuti li fanno in Cina, in India o chissà dove. Una cultura del fare che si è cancellata.

Nella foto la linea dove i teli si univano l’un l’altro

Rincara la dose Vittorio del Duca che mi manda una storia raccontata nel  suo  libro “il carciofo di Sezze”, la storia di una donna, Nèna Petricca che aveva ereditato dal padre telati per tessere canapa e lino. Il laboratorio era tra vicolo dell’Arpia e piazza San Lorenzo, insegnava anche a tessere e molte ragazze setine imparavano lì. Pare, ma Del Duca ne è certo, che la tessitrice setina fosse devotissima a sant’Orsola che gli aveva predetto il giorno della sua dipartita, tanto da darle tempo e modo, di prepararsi a dovere. Se fece da lei stessa le vesti da indossare per l’ultimo viaggio. Un, non meglio precisato giorno del 1938, comunque quello previsto da Sant’Orsola si coricò, con la veste che aveva preparato,  tenendo una coroncina tra le mani.

Come leggete i posti sono anche le loro piante, l’interazione con le persone che poi ci aggiungono anima, vita, speranze. La cultura della canapa è finita, i telai come Nèna sono morti, ma sereni perchè ogni cosa è destinata a cambiare e per questo vale, senza rimpianti con una coroncina in mano magari sperando in profumi di lavanda che sarebbero arrivati

 

Nelle foto le i tessuti di canapa del corredo della suocere di Filomena Danieli

 

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