Dalla Regione, soldi per l’ex Monastero
Eppur si muove! Anzi, finalmente qualcosa (di concreto) si muove per quanto riguarda l’ex monastero delle Clarisse di Sezze! La Regione ha infatti stanziato un finanziamento di 250 mila euro al Comune per dare il via a dei lavori di recupero del complesso di Santa Chiara.
Ma è vera gloria quella che deriva da questo finanziamento o, come da più parti si alza il dubbio, rappresenta solo uno spot elettorale a circa un mese dalle elezioni regionali?
La giunta regionale nei giorni scorsi ha deliberato la concessione di finanziamenti straordinari nella fase di prima applicazione della DGR 951/2022, che lo stesso esecutivo è autorizzato a concedere per particolari motivi di urgenza o di problematiche sociali, nel limite dell’autorizzazione di spesa relativa ai finanziamenti straordinari in materia di opere pubbliche.
La cifra stanziata infatti, non permetterà di certo il completamento di una struttura la cui storia di inutilizzo e soldi spesi è pluridecennale e di diverse centinaia di migliaia di euro.
La storia recente di un’incompiuta in pieno centro storico
Si tratta un complesso di circa 5000 metri quadrati nel cuore del centro storico di Sezze. Con precedenti interventi, di cui uno milionario, la Provincia di Latina che ha gestito l’immobile dal 2009 al 2014, ha rifatto il tetto. Ma si trattava di un intervento conservativo. All’interno la struttura è allo stato grezzo. Privo di impiantistica, tamponature, mattonati, massetti, infissi e quanto altro.
È, ovvero, in una condizione in cui, prima di intervenire, bisognerebbe deciderne la destinazione d’uso per indirizzare così di conseguenza gli interventi successivi.
È quanto più volte sollecitato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni a Sezze alla Regione cui era stato suggerito anche di passare l’immobile ad ARSIAL per farne un centro di formazione e promozione sull’agricoltura.
Eppure i 250 mila euro, che al massimo possono permettere di recuperare una porzione di edificio, vengono accolti come una manna che permetterà di realizzare un “vasto ed articolato progetto di recupero del Monastero delle Clarisse”.
Il commento del sindaco Lidano Lucidi
Lo stesso sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, nelle sue dichiarazioni ha implicitamente ammesso:
“Questo finanziamento non sarà risolutivo dei tanti problemi che insistono su una struttura che avrebbe avuto bisogno di un’attenta e costante manutenzione nel corso dei decenni, ma ci permetterà di mettere in sicurezza e di far tornare nella disponibilità della cittadinanza una parte dell’edificio”.
Va però riconosciuto all’amministrazione Lucidi, la costante attenzione posta sulla vicenda così come lo stesso primo cittadino sottolinea:
“Questi fondi, figli di una sensibilità e di un’attenzione importante da parte della giunta regionale, arrivano a compimento di un vasto progetto che stiamo cercando di mettere in atto sin dal nostro insediamento, con un occhio di riguardo più generale alla rivalutazione e alla valorizzazione del nostro centro storico. In questa ottica si inquadrano anche i lavori che si stanno svolgendo in via Diaz ed altri interventi sui quali stiamo ragionando”.
Il precedente finanziamento
Sempre ad inizio gennaio, ma dello scorso anno, vennero annunciati altri fondi per lo stesso edificio. Si trattava di 990 mila euro degli oltre 4 milioni destinati a Sezze. Gli altri erano: per il Parco della Rimembranza (45 mila euro); per la scuola Flacco dello Scalo (1 milione 700 mila euro); Museo Archeologico (266 mila euro); via Piagge Marine (1 milione di euro). Tali fondi vennero richiesti nel giugno 2021, durante il periodo di commissariamento prefettizio. Vennero concessi dal Ministero dell’Interno, di concerto con quelli della Finanza e delle Infrastrutture.
Quale sia stato l’esito finale di quelle somme, sia per il Monastero che per gli altri interventi destinatari, ad oggi non è dato sapere. Per quanto riguarda invece l’attuale finanziamento, chissà se quella stessa cifra, destinata ad altre opere (Palazzo Rappini o Auditorium Costa per fare due esempi), non avrebbe permesso interventi risolutori.









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Luca Morazzano
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