L’anello debole
In questi giorni è stato pubblicato l’annuale documento della Caritas, il “Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale”, dal titolo: “L’anello debole”.
Leggendolo, si viene assaliti da una grande inquietudine, dando un nome a tutti quei segnali che ogni giorno cogliamo intorno a noi: povertà.
Una povertà che in Italia è ai massimi storici, coinvolgendo quasi 6 milioni di persone (di cui quasi 1 milione e mezzo di minori!). Si prevede che 1 persona su 4 lo diventerà (circa 15 milioni!).
“Ci aspettiamo nuovi aumenti della povertà nel 2022, perché l’incremento dei prezzi si concentra sulle spese per generi alimentari ed energia che hanno un peso maggiore nel paniere di consumo delle famiglie a reddito basso”.
Già ad agosto, il report Istat 2022, aveva messo in evidenza un terribile aumento delle disuguaglianze sociali:
“Il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni, il 9,4% del totale. Le famiglie fragili sono invece raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni, il 7,5%. La povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori, ed è passata dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021. Una dinamica particolarmente negativa caratterizza anche i giovani tra i 18 e i 34 anni, anche tra di essi si registra un aumento delle condizioni di povertà assoluta: dal 3,1% del 2005 all’ 11% del 2021. Circa quattro volte tanto. La misura della povertà assoluta fornisce la stima del numero di famiglie e persone con un livello di spesa per consumi così basso da non garantire l’acquisizione dei beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile.”
A rendere la situazione più buia è che neanche il lavoro sembra sanare questo disagio. Difatti, sempre l’Istat evidenzia come 1 lavoratore su 3 guadagni meno di 12.000 euro lordi all’anno, assolutamente insufficienti per condurre una vita dignitosa.
Chi è l’anello debole?
Non sono solo coloro che già versano in una situazione di povertà. L’anello debole sono anche quelle famiglie che finora hanno resistito. Quelle che fino a ieri riuscivano a provvedere al proprio sostentamento e magari anche a sostenere il prossimo. Quelle stesse famiglie che a breve si troveranno in una condizione di difficoltà.
Sono la fascia sociale che per reddito non rientra in nessuna “fascia debole”. Quella che si troverà ad affrontare senza nessun ammortizzatore sociale tutti gli aumenti (i nuovi e quelli già in atto).
Poi ci sono le moltissime le famiglie (per lo più straniere) che si sostengono con lavori legati all’agricoltura, percependo retribuzioni molto basse.
Oltre, naturalmente, a tutto il lavoro “sommerso” che rende ogni cosa ancora più precaria.
È appena iniziato un nuovo anno scolastico. Acquisto di libri e materiale scolastico di ogni genere, abbonamenti per il trasporto, l’acquisto dei buoni per le mense scolastiche. Le famiglie si sono trovate a dover sostenere una cospicua spesa. Nel frattempo sono lievitati i prezzi di carburante e generi di prima necessità.
Pandemia, guerra, rincaro vertiginoso dei prezzi … tutti inneschi di un’enorme polveriera sociale.
Cosa accadrà tra qualche mese?
Dobbiamo certo prepararci ad una nuova realtà, sperando in politiche sociali inclusive in grado di fronteggiare queste problematiche.

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Manuela Fantauzzi
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