Lo scuolabus e l’anticamera di chiusura di un “servizio essenziale”

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Con la Delibera n. 153 del 25 luglio 2022, la Giunta setina ha approvato le nuove tariffe per il Servizio di Trasporto Scolastico – anno educativo 2022/2023. Si legge sulla delibera “Tariffa del servizio a domanda per il trasporto scolastico da € 220,00 a € 300,00 il costo di ogni singolo abbonamento annuale, ferme restando le agevolazioni previste per fasce di reddito

Servizio a domanda o servizio essenziale?

La domanda sorge spontanea se analizziamo più aspetti che influenzano questo tipo di servizio. Se dovessimo fare un calcolo esclusivamente matematico, il Comune di Sezze ha meno introiti rispetto al costo del servizio e quindi il risultato va posto in termini di perdita. Per questo motivo, l’attuale Giunta ha pensato bene di aumentare le tariffe con la speranza di rientrare rispetto ai costi affrontati. La definizione che ne consegue è “Servizio a Domanda” con il rischio di penalizzare famiglie che puntualmente pagano le Tasse e tracciate dal Fisco.

Se volessimo fare un ragionamento più lungimirante, ci si dovrebbe chiedere cosa può rappresentare un servizio scuolabus per bambini che frequentano la scuola. Si può considerare una forma educativa. Un semplice calcolo matematico non può bastare se consideriamo come i bambini, futuri cittadini di questo paese, viaggiando su un mezzo pubblico, potranno imparare a socializzare con i propri compagni, avere rispetto per il prossimo e per i servizi pubblici. A tali benefici bisognerebbe aggiungere le mancate emissioni di anidrite carbonica nell’aria evitando così che ogni genitore con la rispettiva automobile accompagni i propri figli fin sopra la porta d’ingresso della scuola. “Risparmiare sull’educazione significa investire nell’ignoranza”.

Una giusta analisi costi-benefici metterebbe in chiaro come, questo servizio definito a “domanda”, abbia più l’aspetto di un servizio “essenziale”

I viaggi infiniti degli scuolabus setini

Per meglio approfondire l’argomento sui costi e benefici del servizio scuolabus, bisognerebbe partire da un dato importante. Il deposito dei mezzi scolastici è l’attuale Piazzale sito in Via Valle Pazza che si trova nella Conca di Suso. Ogni giorno gli scuolabus destinati al servizio da coprire in pianura, partono dal deposito percorrendo Km senza passeggeri. Cominciano il servizio con il primo bambino in carico dopo oltre 10 km di percorso. Una volta effettuato il giro, tali scuolabus ripartono vuoti da Sezze Scalo per tornare al deposito di Via Valle Pazza. All’ora di uscita della scuola, si riparte di nuovo vuoti per rifare il giro e concludere con il quarto giro a vuoto e tornare definitivamente al deposito alla fine della giornata.

Ogni giorno, per tutti i giorni della settimana per tutto l’arco dell’anno. Carburante, freni, manutenzioni varie per viaggiare a vuoto. Questo perché non è stato possibile individuare un’area allo Scalo così da lasciare gli scuolabus a deposito nella zona più vicina destinata alla copertura del servizio.

Già questo dovrebbe far riflettere sulle falle organizzative di un servizio che andrebbe implementato e non ridotto. Però su questo argomento non si discute, nemmeno sull’idea di organizzare un deposito scuolabus nell’area dell’Ex Colonia Agricola degli Orfanelli. Meglio mantenere le strutture e le aree pubbliche a marcire anziché vitalizzarle!

L’anticamera della chiusura di un servizio “essenziale”

La scelta di aumentare le tariffe ha già sollevato diverse polemiche tra i genitori. Molti dei quali risentiti per l’ingiustizia sociale che vivono. Purtroppo si sta generando sempre più un clima di conflitto sociale che vede schierati cittadini che pagano regolarmente le tasse con stipendi tracciati dal fisco. Questi sono considerati dallo stato contribuenti a cui attingere le somme economiche per ripianare le perdite ed i disservizi pubblici. Dall’altra parte è schierata un’altra categoria di cittadini, i cosiddetti “nullatenenti” i quali hanno diritto al Reddito di Cittadinanza e a tutte le agevolazioni di servizi pubblici. Nulla di anomalo se la fotografia della realtà corrispondesse al vero. Purtroppo, a causa di molti “furbi”, pagano coloro che credono di poter vivere in un paese civile che tuteli e garantisca un comportamento sano ed onesto.

Abbiamo ancora molta strada da compiere e questi provvedimenti non aiutano a fare chiarezza. Basti vedere come, un servizio a domanda individuale venga reputato essenziale in altre parti del territorio italiano. Per esempio, due giorni fa la Regione Puglia ha approvato il Piano Regionale del 2022 in cui si evince che per il cosiddetto “Diritto allo studio” vengono stanziati 9.800.000,00 per scuolabus e mense scolastiche. Quasi dieci milioni di euro per agevolare le amministrazioni locali pugliesi ad investire su due servizi che, come si legge dal Piano, vengono definiti ESSENZIALI.

Questione di punti di vista o di calcoli economici? Il fatto è che molti genitori rinunceranno ad usufruire di questo servizio e l’attuale amministrazione rischierà di congelarlo definitivamente. Azione dovuta o voluta? Staremo a vedere.

 

Articolo di Rita Palombi

 

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