Liberté, Égalité, Fraternité
Questo celebre motto, risalente al Settecento e associato in particolare all’epoca della Rivoluzione francese, rappresenta un valore così grande da oltrepassare i confini della Francia. Parliamo di termini che hanno portata e rilevanza universali e che sono alla base della moderna cultura dell’Occidente.
Il significato del motto
«La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui»: così recita la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789). La legge serve quindi a tutelare il diritto di ognuno a vivere libero, nella consapevolezza che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui. Ancora oggi in molti Paesi, soprattutto in via di sviluppo, la libertà appartiene solo a un ristretto numero di persone.
L’uguaglianza, intesa in senso giuridico, significa che la legge è uguale per tutti e le differenze per nascita o condizione sociale vengono abolite; ognuno ha il dovere di contribuire alle spese dello Stato in proporzione a quanto possiede.
Infine il concetto di “fratellanza” è più di carattere morale, quasi cristiano, che legislativo e auspica una società in cui ci si senta fratelli e in cui vigano il rispetto, la stima e l’aiuto reciproco.
La diffusione delle idee rivoluzionarie in Europa e in Italia
Già dal 1789 gli avvenimenti francesi avevano avuto ampia risonanza nel resto dell’Europa, soprattutto attraverso i giornali. Si formarono gruppi conquistati dalle idee della Rivoluzione, i quali tentarono di organizzarsi per imitare nei loro Paesi quanto stava avvenendo in Francia. Sembrava loro che si aprisse un mondo nuovo, in cui i re non avrebbero più governato per diritto divino, gli uomini sarebbero stati eguali e liberi e avrebbero potuto scegliersi il tipo di governo ritenuto migliore.
Nel 1797 Napoleone firmò con l’Austria il Trattato di Campoformio. Mentre Venezia, Istria e Dalmazia vennero cedute all’Austria, le province di Bergamo e Brescia furono unite ai territori milanesi e alle province dell’Emilia e della Romagna, dando vita alla Repubblica Cisalpina. In seguito si costituirono la Repubblica Ligure, la Repubblica Romana (1798), sorta nei territori dell’ex Stato pontificio con la fine del potere temporale della Chiesa, la Repubblica di Napoli (1799) e i governi repubblicani in Piemonte e in Toscana (1798-99). La Rivoluzione era giunta in Italia e i concetti di “Liberté, Égalité, Fraternité” si diffusero in tutta la penisola.
E oggi?
Ancora oggi i motti della Rivoluzione rappresentano una denuncia contro la disuguaglianza e l’abuso di potere. Ma quanto fa ognuno di noi per salvaguardare i propri diritti e quelli altrui? Una società, la nostra, che, se a parole accoglie e sostiene tutto e tutti, nella pratica fa ben poco per i più deboli e per gli emarginati. Il diritto di un popolo di autogovernarsi è solo un esempio dei tanti diritti che ora stanno venendo meno nel mondo.
La libertà di pensiero è ancora oggi un sogno in molti Paesi del globo, così come un’economia che tuteli i più poveri, i bambini e le donne. La Rivoluzione ci insegna che bisogna lottare per una società della pace, della solidarietà e del rispetto, un’utopia che potrà realizzarsi solo con una politica adatta e con il contributo di tutti.
“La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.” (Oriana Fallaci)
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