Che bella la vita nel centro storico!

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Negli ultimi anni si va facendo sempre più forte la nostalgia del ricordo delle tradizioni e della “vita che fu” nel cuore del paese. Associazioni e singoli cittadini, tutti impegnati a far rivivere angoli di strade e piazzette, antichi usi e costumi. Un’azione “romantica”, un ponte tra l’amore per il proprio paese e la voglia di rivivere emozioni passate.

Su quest’onda emotiva, si vanno moltiplicando le iniziative ed i social ci propongono foto di riunioni di quartiere, di chiese riportate all’antico splendore, scorci mozzafiato e bimbi festosi.

Salvo poi fare i conti con la realtà, malgrado tutti questi sforzi. Eh già, perché la vita nel centro storico, almeno a Sezze, è tutt’altro che idilliaca.

La “popò” dei cani

Passeggiare nel centro storico spesso diventa un vero e proprio slalom per evitare di calpestare le feci dei cani. Sono tanti i proprietari dei cani che, non solo non utilizzano il guinzaglio (obbligatorio) ma addirittura non raccolgono i bisogni dei propri amici a quattro zampe.

Addirittura c’è chi ha abituato il proprio cane ad uscire da solo, peccato che il poverino non abbia imparato ad usare i sacchetti.

Non è solo questione di senso civico, è rispetto della legge. Perché una legge nazionale in tal senso c’è e prevede multe addirittura fino a qualche migliaio di euro per il proprietario che non raccoglie le feci del proprio cane.

È altrettanto vero però che chi intendesse raccoglierle, almeno a Sezze, deve portarsele a casa o gettarle nel primo contenitore che incontra, anche se andrebbero differenziate in contenitori speciali.

D’accordo direte voi, c’è l’obbligo di pulire ma per i cani che non hanno padrone chi provvede?

Così, mentre in alcuni comuni italiani è d’obbligo uscire con l’acqua per pulire anche la pipì del proprio cane, qui da noi sarebbe impensabile, visto che ci sono “cani di quartiere” liberi di defecare ovunque.

L’immondizia

Non c’è un solo momento della giornata o giorno della settimana, in cui le nostre strade siano libere dai rifiuti più disparati. Anche qui, giustamente, una questione di civiltà.

Ma se in tanti sono incivili che si fa, si vive tra i rifiuti? C’è chi propone di ripulire personalmente, chi invece invita a presidiare i luoghi incriminati e bloccare gli sporcaccioni (magari a rischio di una rissa), insomma un paese all’insegna dell’autogestione!

Intanto le buste vengono aperte dai cani e il loro contenuto liberato per strada mentre i topi si avvicinano al banchetto!

Il non-parcheggio

Se vivete nel centro storico e non possedete un garage, potreste passare ore a cercare di tornare a casa!

Purtroppo l’atavica mancanza di parcheggi sta assumendo proporzioni sempre crescenti, soprattutto anche grazie al ripopolamento del centro storico.

Pazienza (tanta) è la parola d’ordine di chi torna da lavoro. Se poi vivi nel centro storico e stai pensando di passare il sabato sera al mare o in un locale fuori le mura…non farlo, perché al rientro potresti restare in macchina fino a notte inoltrata per trovare un parcheggio!

Insomma, puoi cavartela solo se possiedi un garage o hai affittato un posto auto (naturalmente tutto in regola secondo legge).

La mancata integrazione

A rendere la vita nel centro storico più emozionante, c’è poi la possibilità che si facciano dei fuochi d’artificio all’interno delle piccole stradine, col rischio di far saltare in aria un intero quartiere. Oppure potresti incorrere in una rissa o magari assistere alle normali operazioni di igiene personale direttamente in strada.

“L’integrazione è figlia di rapporti interpersonali, dell’attuazione di politiche educative e sociali che influenzano le condizioni di vita dei migranti e dei loro figli. La sua realizzazione richiede apertura e inclusione da parte della società ospitante. La politica non può produrre automaticamente l’integrazione, ma di certo ha grandi responsabilità nel favorirla o viceversa nel comprometterla.” (“…Dipende, da che dipende, Da che punto guardi il mondo tutto dipende…” (J. De Palo))

È bella la vita nel centro storico?

Dopo tutto quello che ho scritto, la mia risposta è SI ma va garantita la possibilità di viverci! Amo la mia casa, amo il mio paese e non ho nessuna intenzione di lasciare il centro storico. Come me tantissimi cittadini che ogni giorno lo vivono e lo rispettano.

Non è però sufficiente, l’impegno di chi ama il proprio paese è solo una goccia.

Servono soluzioni, è urgente che chi si è voluto assumere l’onere di amministrare Sezze produca soluzioni, per tutti e ci auguriamo che possa accadere presto.

“La casa sul confine della sera oscura e silenziosa se ne sta,

respiri un’aria limpida e leggera e senti voci forse di altra età, e senti voci forse di altra età.

La casa sul confine dei ricordi, la stessa sempre, come tu la sai e tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai, se vuoi capire l’anima che hai.” (Radici – F. Guccini)

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About Post Author

Manuela Fantauzzi

Igienista Dentale e Life & Business Coach. Da sempre appassionata di storia e politiche sociali, con la passione del racconto. Vice presidente dell'Associazione SETIAM, ho la visione di una società non prigioniera del presente, ma che progetti il futuro avendo al tempo stesso memoria del passato. Sezze ha una lunga storia e una forte identità che devono rappresentare il motore per il suo sviluppo.
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