La festa patronale: un evento della comunità
La festa patronale è una delle caratteristiche peculiari dei paesi italiani, dalle grandi città ai piccoli borghi. Celebri la devozione dei romani per i Santi Pietro e Paolo (29 giugno) e quella dei napoletani per San Gennaro (19 settembre). Ogni festa ha una storia e delle tradizioni sue proprie e sarà, quindi, diversa da tutte le altre.
La festa patronale in Italia
Il giorno del Santo Patrono viene considerato giornata festiva nei contratti collettivi di lavoro. Di conseguenza, per via consuetudinaria, i comuni lo considerano giorno festivo. Questa usanza trova riscontro nel sentimento popolare per il quale la ricorrenza rappresenta uno dei momenti più significativi dell’anno. Manifestazioni tradizionali come processioni, sagre o fiere accompagnano spesso infatti la celebrazione liturgica. I comuni italiani portano avanti queste tradizioni, coinvolgendo sempre la popolazione locale e con momenti conviviali che accentuano il senso di comunità.
Sezze e i suoi Patroni
Anche Sezze celebra i suoi Santi protettori e lo fa il 2 luglio di ogni anno. Lidano d’Antena e Carlo da Sezze sono i due “amici celesti” della cittadina lepina. Lidano (1026-1118) fu un abate benedettino, attivo nella bonifica delle paludi pontine. Alla sua morte il suo corpo venne trasferito nella Concattedrale di Santa Maria, dove riposa tuttora all’interno dell’altare maggiore. Anche Civita d’Antino in provincia dell’Aquila, suo paese natale, gli ha dedicato una chiesa e alcuni affreschi che ne ricordano i momenti della vita.
Giancarlo Marchionne (1613-1670), invece, futuro Fra Carlo da Sezze, ha fatto parte dell’Ordine dei Frati Minori Riformati. Produsse scritti dall’autobiografia alla teologia mistica e fu consigliere di molti prelati e nobili romani. Morì il 6 gennaio, giorno in cui ricorre la sua memoria, ma i setini lo celebrano insieme al suo compatrono il 2 luglio.
Portare avanti la tradizione
Il senso di comunità deve essere il fulcro di questi eventi. Associazioni, enti pubblici e semplici cittadini dovrebbero essere alla base dell’organizzazione non solo per una buona riuscita della festa ma soprattutto per creare lo spirito di fratellanza e di gioia comune, essenziale per la collettività. A Sezze purtroppo, a parte poche occasioni, la festa patronale è sentita sempre meno dalla popolazione. La speranza è che, con l’aiuto di enti e associazioni, si possa ritornare a vivere un giorno così importante per il nostro paese. Un giorno che deve “rinnovare” la tradizione e non solamente rispettarla e portarla avanti, fondendo novità e tradizione. In quest’unico modo, infatti, la tradizione non si perderà ma potrà essere lasciata in eredità alle future generazioni.
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