Il bus Cotral e la mobilità sostenibile a Sezze
Sono recenti le immagini di un Bus del COTRAL alle prese con le manovre presso il nuovo svincolo stradale sulla Ninfina all’ingresso del paese. E’ doveroso premettere che l’opera, iniziata tempo fa, a seguito di un lunghissimo iter amministrativo, non è stata ancora terminata.
Si dice che “La pazienza è la virtù dei forti”; e, in quest’ottica, possiamo considerarci un popolo di Samurai visti i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia.
Le linee di trasporto extraurbane.
Il trasporto urbano, nell’ottica della sostenibilità, dovrebbe essere organizzato con nodi di scambio intermodali. In questo modo l’utente, pur non avendo un automobile, può viaggiare tranquillamente da una parte all’altra del territorio senza subire un disservizio.
Purtroppo Sezze non ha una stazione autolinee e questa mancanza si ripercuote inevitabilmente sulla qualità del servizio (in questo caso specifico extraurbano). Il bus COTRAL a Porta Sant’Andrea si può considerare un’anomalia per un paese di 25 mila abitanti, soprattutto durante la sosta non temporanea. Così, gran parte dello spazio pubblico a ridosso del centro storico viene occupato per diverso tempo generando spesso ingorghi.
Ci si dovrebbe chiedere il perché un paese così grande, non abbia uno spazio idoneo ad accogliere bus di linea a servizio di passeggeri diretti oltre il confine del paese. Da Latina a via Roccagorga o a via Bassiano e viceversa, i bus che passano e sostano, contribuiscono a generare un traffico caotico causando ingorghi vari sulla viabilità del centro cittadino.
Senza uno studio del traffico, è complesso evidenziare che bus di questa portata non sono idonei al transito a ridosso del centro. E’ evidente che, mancando una pianificazione su una viabilità degna di nota, ci si arrangia come meglio si può.
Pnrr: al via, per primo, il Centro nazionale per la mobilità sostenibile.
Tutto questo sembra un paradosso se focalizziamo cosa sta accadendo a livello nazionale ed Europeo. E’ notizia di qualche giorno fa, la nascita del più grande player italiano del settore della mobilità sostenibile. Firmato l’atto costitutivo da 25 università, 24 grandi imprese, attori protagonisti del mondo della mobilità e delle infrastrutture.
Un parterre d’eccezione pubblico-privato che conta complessivamente cinquanta attori distribuiti su tutto il territorio nazionale. Un investimento di 394milioni di euro per i primi 3 anni (2023-2025). 696 ricercatori dedicati e 574 quelli neoassunti. Sono questi i numeri che indicano la portata di un progetto che nasce con l’ambizione di essere uno strumento reale per la crescita e lo sviluppo del settore della mobilità. Il Centro nasce con una chiara missione: accompagnare la transizione green e digitale in una ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale del comparto e accompagnando le istituzioni locali a implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive nelle città e nelle regioni del Paese.
Sezze, la mobilità sostenibile e le previsioni a dieci anni.
Viene spontaneo domandarsi dove voglia collocarsi Sezze per sviluppare un territorio organizzato e con una rete adeguata di servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano.
Le famose colonnine elettriche votate dalla precedente Giunta, troveranno luce? Esisteranno scambi intermodali così da permettere spostamenti a chi non può possedere un automobile?
Tra 10 anni, quando le auto di proprietà privata saranno un miraggio, come sarà organizzato il nostro territorio? Continueremo a far circolare e sostare bus di linea extraurbana in pieno centro oppure sarà realizzato uno spazio di scambio in rete per il trasporto pubblico?
Ben vengano le opere pubbliche, se inserite puntualmente in una visione generale che prevede lo sviluppo del territorio a medio e lungo termine. Diversamente, si rischia la corsa al contributo in maniera isolata e senza alcun beneficio per la qualità della vita dei cittadini di questo paese. Continuiamo a sperare e pensare che un futuro più roseo sia possibile. In fondo siamo un popolo di Samurai.
Articolo di Rita Palombi
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