I 100 anni di Latina e il ponte che i bassianesi volevano fa prima
Nel piano, a Latina, si stanno dando tanto da fare per il centenario della città, anche se mancano 9 anni e non sono pochi ma loro hanno fretta di diventare grandi e in questo dimostrano di essere ancora creature. Li guardiamo, qui dal monte, e commentiamo “su creature, rregazzi”. Poi vantarsi di 100 anni ancora non fatti è come il ragazzo di 16 che vuole entrare al cinema, o fumarsi una sigaretta, o bere una Moretti ma non avendo l’età dichiara una “anzianità che non ha”. Vanno perdonati.
Incappo in uno scritto di Massimo Porcelli che sta nel suo libro “Mia indimenticabile consorte, la grande guerra dei bassianesi”.
La lettera è del 12 luglio del 1914, questa sì che ha 109 anni. La lettera con tanto di bolli, è di agricoltori di San Donato, terre di Bassiano direi che stanno a Bassiano come l’Istria all’Italia: oggi è comune di Sabaudia (ma i sindaci di questo posto sono Vincenzo Avvisati già sindaco di Bassiano e Maurizio Lucci già sindaco di Sabaudia, testimoni viventi di questa storia che per i pianari, gli uomini del piano, non dovrebbero esistere, entrambi consiglieri comunali in carica, ci sta pure Giancarlo (Giangavetto) Massimi da Sezze ma quella è un’altra storia) . La riportiamo per intere ed è una piccola prova che la storia non andò come ce la raccontano, qui si facevano ponti che Mussolini ancora era dei nostri, socialista, e pensava agli ultimi non a se stesso. Tempo in cui la grande proletaria (l’Italia) come disse Giovanni Pascoli si era mossa e le terre da appoderare e rendere utilizzabili stavano in Libia.
Ecco la lettera, con tanto di firme, passione e senso civico. Qui c’erano ponti e strade, ma non strade di periferia ma la Regina di ogni strada l’Appia, quella si cui ogni strada su questa terra la tiene in copia.
IL TESTO

Correva l’anno 61 dopo Cristo un signore che doveva fondare la più importante religione del mondo, Paolo di Tarso passò di qui e incontrò dei suoi fratelli, non disse “guardate che qui ci possiamo incontrare solo tra tra 1900 anni perchè “ufficialmente” qui non c’è niente. E la religione? Tranquillo a tempo debito fonderemo “l’umanesimo del lavoro”
Atti degli apostoli: 28 14.15
E avendo quivi trovato de’ fratelli, fummo pregati di rimanere presso di loro sette giorni. E così venimmo a Roma.
Or i fratelli, avute nostre notizie, di là ci vennero incontro sino al Foro Appio e alle Tre Taverne; e Paolo, quando li ebbe veduti, rese grazie a Dio e prese animo.
Una robetta, pensate che è parola di Dio…

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