Felicetto Fiori, va via l’ultimo maniscalco (fabbroferraro)
L’ultimo dei maniscalchi. A dire il vero anche la parola “maniscalco” è stata cancellata eppure Sezze è terra di cavalli, di muli e per chi mi conosce anche di asini. Sezze è terra dove il cavallo era libertà, ma anche gli eroi hanno bisogno di scarpe. Qui i maniscalchi si chiamavano fabbroferraro
Si è spento Felicetto Fiori, teneva la sua bottega con forgia, incudine e martello lì dove via Roccagorga incontra via dei Colli, la sua era un’arte antica: dare di un pezzo di ferro una “scarpa” per i cavalli. Forza, abilità, pazienza, fatica, caldo sono gli ingredienti su cui lavora il maniscalco, meglio lavorava.
Felicetto aveva 87 anni, aveva imparato il mestiere a bottega nella bottega di Giulio De Nardis a Melogrosso. Si impara facendo, si impara vivendo solo che la vita finisce. Con lui si spegne un’altra lucina, sono sempre più fioche, di una Sezze orgogliosa, buttera e contadina davanti al una periferia della periferia che avanza. Lo chiamavano Felicetto perchè qui se becchi un diminutivo da bimbo te lo porti anche da vecchio come Gesù Bambino di 4 marzo 1943
ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesu’ bambino
Vittorio Del Duca nel ricordarlo dice “Un grande uomo e un valente artigiano forgiava arnesi di tutti i tipi, specie per l’agricoltura, . E’ un pezzo della nostra storia che se ne va”
Gli artigiani a Sezze si dicono artisti, ecco Felicetto era un artista della forgia ed era un grande uomo e questo fa la differenza tra gli uomini ma alla fine perchè all’inizio siamo tutti uguali.
Buon viaggio, so che i cavalli degli angeli da oggi avranno “scarpe” nuove

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