Elogio al comizio e la politica degli mucco tosto. I commizio di Scacchetti alla Rocca
A Roccagorga si vota per cambiare il sindaco, naturalmente corre Carla Amici, setina e più volte già sindaco. Ma non è di leui che vi voglio parlare ma di una cosa che a Roccagorga ancora c’è ed è patrimonio nostro, da preservare: il comizio. Si quella cosa bellissima che è parlare ai concittadini nella piazza, e la piazza ci vuole e Roccagorga ne ha una meravigliosa, ci vogliono i concittadini e ci vuole il coraggio di parlare sotto il cielo. Mi ha fatto venire l’idea di questo pezzo il manifesto di Francesco Scacchetti, anche lui in corsa per fare il sindaco che riporta la dicitura “comizio pubblico” (le altre due candidate in corsa a sindaco di Roccagorga sono Nancy Piccaro e Lubiana Restaini).
Mi è tornata in mente la cronaca del primo comizio che sentì nel dopoguerra mio padre a Sezze, credo in piazza dei Leoni. Il palco era unico, si alternavano i candidati. Parlò il democristiano che prometteva ogni cosa, financo il vino dalle fontane come a Marino, e si chiuse con un applauso. Toccava al comunista evidentemente messo all’angolo dal Bengodì democristiano salito sul palco comiziò: “noi comunisti non promettiamo niente ma quello che promettiamo manteniamo”. Mai programma fu più efficace e rispettato.
Ora questa memoria di una politica dove non avevi l’ufficio stampa ma stampata la fede politica a Roccagorga c’è e ricordo un comizio in cui Scacchetti sul rimorchio di un camion arringava i suoi, con le “corde del collo” che si gonfiavano, i toni che salivano. Robe che capiscono i loggionisti de La Scala e chi la politica non l’ha scelta ma è nata con lui.
Perchè un poco di spettacolo ci vuole. La Dc? Per par condicio rammento il porta a porta dei democristiani a Priverno. Si facevano casa per casa dove promettevano “Acqua a Ceriara, Luce a Maccalè” e per dare “certezza” dell’impegno ordinavano “segna Libertì” (che era il segretario).
Politica antica ma elegantissima.
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