Sezze, con Coldiretti contro il cibo biosintetico

Il Comune di Sezze è tra gli enti che hanno deciso di sottoscrivere e sostenere la presa di posizione di Coldiretti contro il cibo sintetico. Con un apposito atto della Giunta, l’Ente setino ha abbracciato in pieno la proposta formulata dal consigliere Luigi Rieti nell’assise comunale, di adesione alla campagna informativa condotta dalla Coldiretti contro la sostituzione del cibo tradizionale di provenienza naturale con derivati sintetici prodotti in laboratorio.

Caratteristiche del cibo sintetico

Il cibo sintetico è prodotto in bioreattori;

– non salvaguarda l’ambiente perché comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti;

– limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo;

– favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo;

– spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura;

– non tutela la salute non essendoci garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo limitata per giungere a conclusioni differenti;

– non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale, in quanto prodotto sulla base di brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali;

– può avere impatti socio-economici molto pericolosi, in quanto frutto di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite

– il raffronto con i sistemi più avanzati e sostenibili per la produzione del cibo, propri dell’agroalimentare italiano, consente di valutare correttamente gli esiti pregiudizievoli per l’ambiente del cibo sintetico fabbricato a mezzo di bioreattori

L’impegno di Coldiretti

Coldiretti ha promosso una petizione contro il cibo sintetico e sono nate diverse iniziative di sensibilizzazione finalizzate ad evidenziare i rischi della diffusione del cibo artificiale soprattutto in considerazione del fatto che, gli impatti omologanti di un modello produttivo distante dalle specificità territoriali locali possono cancellare le produzioni tipiche, distintive e tradizionali connesse alla varietà della biodiversità locale.

La petizione di Coldiretti, sottoscritta a livello locale anche dal comune di Prossedi, sostiene la necessità di escludere dall’Italia la produzione e la commercializzazione di cibo sintetico. Soprattutto alla luce del fatto che alcune multinazionali hanno deciso di investire milioni di euro in stabilimenti che, nel nord Europa, produrranno cibo sintetico. Per questo viene chiesto il sostegno di tutti, a partire dalle pubbliche amministrazioni che rappresentano i veri presidi sul territorio visto che perdere l’agricoltura equivarrebbe a perdere la cura degli ambienti e dei territori.