Daniele e Tom
Era il 29 dicembre 2019 quando Daniele Nardi e Tom Ballard iniziarono la loro ultima avventura sul Nanga Parbat. Avrebbero tentato la vetta e la prima salita dello storico Sperone Mummery.
Da quel giorno, ai numerosissimi appassionati di alpinismo, si unì l’intero paese natale di Daniele, per sostenere e vivere attraverso di lui un grande sogno.

Tom Ballard
Il britannico Tom Ballard, all’epoca trentenne, era già un alpinista molto noto e talentuoso. È stato il primo alpinista a scalare le sei maggiori pareti nord delle Alpi in solitaria e in una sola stagione invernale.
Era figlio di Alison Hargreaves, prima donna a scalare da sola l’Everest e senza l’ausilio delle bombole, morta proprio durante un’impresa sul K2.
Di Tom si diceva che fosse un figlio della montagna. Forse perché la sua prima scalata l’aveva fatta quando era ancora nel grembo di sua madre che, incinta di 6 mesi, aveva raggiunto la vetta dell’Eiger. Una passione di famiglia che non lo ha mai abbandonato.
Daniele Nardi
Daniele Nardi aveva avuto una storia diversa. Nato a Sezze, la cui vetta più alta è il Monte Semprevisa con i suoi 1536 metri, quella passione l’aveva cercata e coltivata nel tempo. Tanto era forte l’amore per la montagna che Daniele ha iniziato ad inanellare una conquista dietro l’altra.
Cinque Ottomila, 25 spedizioni alpinistiche all’attivo, più vie aperte in stile alpino.
Fino a diventare il primo alpinista nella storia, nato al di sotto del Po, ad aver scalato l’Everest e il K2, le due vette più alte al mondo. Il primo alpinista al mondo ad affrontare nel 2013, in pieno inverno, lo Sperone Mummery del Nanga Parbat.
Daniele era anche un uomo impegnato nel sociale. Ambasciatore dei diritti umani nel mondo, portò in alto questa bandiera, facendo sventolare il messaggio sulle alte vette da lui toccate.
Giorni terribili
Il 24 febbraio 2020, intorno alle 19, Daniele Nardi e Tom Ballard comunicarono per l’ultima volta via radio con il campo base.
Il 27 fu lanciato l’allarme. Quelli che seguirono furono giorni pieni di ansia e speranza. Ciascuno di noi ricorderà quelle giornate scandite dagli aggiornamenti dal Nanga Parbat.
Fino al tragico epilogo dell’avvistamento delle sagome il 6 marzo e la seguente interruzione delle operazioni di recupero.
Il Ricordo

Noi vogliamo ricordarli così. Due uomini che insieme hanno seguito una passione fortissima e che sempre insieme hanno vissuto quella montagna fino agli ultimi istanti.
La sorella di Tom Ballard ha voluto ricordarlo con il film “L’ultima Vetta”, la famiglia di Daniele ha scelto invece di non realizzare alcun film.
Noi possiamo solo immaginare e rispettare il loro dolore . Non ci interessano le polemiche e porteremo sempre nel cuore il nostro Daniele e con lui il suo compagno Tom.
Non vogliamo smettere di ricordarli, perché quell’impresa va oltre il valore sportivo, è un invito a non fermarsi, a seguire con coraggio le proprie passioni.
Il miglior augurio da rivolgere a tutti i giovani, è di lottare sempre e con forza per ciò in cui credono, di non arrendersi mai. Soprattutto di non permettere mai a nessuno di giudicare il valore dei propri sogni.
Le parole di Daniele, oggi più che mai, assumono un grande valore:
<< Vorrei essere ricordato come un ragazzo che ha provato una cosa incredibile, impossibile che però non si è arreso. Il messaggio che voglio lasciare a mio figlio se non dovessi tornare è quello di non fermarsi, non arrendersi. Datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non solo un’idea. E vale la pena provarci>>
(Daniele Nardi)
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