Con Identità Setina Italia Viva spiega le ragioni del Si
Catello Vitiello, deputato di Italia Viva spiega le ragioni del Si ai referendum di domenica. Organizzato da Identità Setina presso l’Auditorium San Michele Arcangelo il riuscito convegno. Obiettivo: convincere gli elettori a recarsi alle urne e votare si ai cinque referendum sulla giustizia. Il parlamentare di Matteo Renzi ha interloquito con una giovane leva di possibile futura classe dirigente della città.
Catello Vitiello, un Marziano sceso nel paese delle certezze
Il deputato Catello Vitiello è un esponente di Italia Viva noto per le sue attività nel Comitato per il Si ai referendum. Tali peculiarità sono state sottaciute nel manifesto di presentazione dell’evento. Solo agli addetti ai lavori era chiaro che il parlamentare renziano avrebbe presentato i temi referendari con una chiara visione antigiustizialista. Claudia Serra, Francesca Leonoro, Piergiorgio Serra, Alessandro Del Duca, Vincenzo Di Giorgi hanno dato un taglio accademico ai loro interventi. Ma a Sezze il nodo è la platea, le sue formae mentis, la sue culture, le sue pulsioni. Davanti all’onorevole di Italia Viva c’erano pezzi sostanziali della classe dirigente della città impregnata della cultura comunista e cattolica e che della sua commistione ne ha fatto un valore fondante. E’ stato come presentare la Juventus davanti ai tifosi interisti.
Italia Viva spiega le ragioni del Si ad una platea sgomenta
Talvolta i paradossi si creano involontariamente o perchè chi organizza ignora la storia e la cultura di Sezze. Il convegno è stato organizzato da Identità Setina, il partito del Sindaco Lucidi, su iniziativa del suo segretario Daniele Piccinella. Le nobili intenzioni erano di spiegare i quesiti, riportare la politica al centro della discussione. Fornire un autorevole punto di vista. Ma più Vitiello argomentava con lucidità e dovizia le sue tesi, più l’assemblea si faceva sgomenta. Alcuni si “rabbuiavano” ma restavano educatamente in silenzio, qualcuno andava via in aperto dissenso. D’altronde larga parte della platea si è formata culturalmente e politicamente sulla storia che iniziò quando Enrico Berlinguer, il compianto segretario del Pci, pose la questione morale e della diversità dei comunisti (poi rivelatasi solo presunta). Ma i tempi cambiano e anche il mondo dei dubbi si insinua nel paese delle certezze.
Italia Viva spiega le ragioni del Si ma garantismo e Santa Inquisizione stridono
Con Berlinguer il Pci uscì dalla definizione ideologica della politica “la città futura” ed entrò in una “logica etica”, la questione morale che chiamava fuori i comunisti dal resto dei movimenti politici: loro sacerdoti nel tempio, gli altri mercanti. E su questa concezione si è plasmata la coscienza politica dei ventenni di allora, sessantenni di oggi. Una impostazione che, particolarmente a Sezze, si è sposata con l’idea della Santa Inquisizione cattolica che l’accusa è già condanna, l’accusato di eresia deve solo confessare, e non esiste difesa. L’avviso di garanzia è sospetto che si fa sentenza. I referendum del 12 giugno richiamano una cultura laica, libertaria di equiparazione tra l’accusa e la difesa, di separazione dei poteri. Nell’incontro suonava strano il garantismo dell’onorevole Vitiello davanti ad una Compagnia di Gesù in salsa laica. Strideva il profondo della cultura della comunità setina, catto-comunista, e la esplicita rivendicazione di una visione garantista.
Il passaggio dalla cultura dell’etica politica ad una cultura laico riformista
La separazione delle carriere, la separazione dei poteri sono patrimonio della rivoluzione francese non della continuità controriformista. Erano sgomente le facce degli astanti dinanzi alla negazione di verità che per loro sono evidenti: l’esclusività della virtù. La politica per Machiavelli ha un ambito suo proprio che la salva da categorie morali, distante anni luce dalla linea berlingueriana e dalla cultura della sinistra Dc che hanno partorito il partito dei giudici. Un unico in Europa dove la sinistra sta con il lavoro e non con i giudici, sia quando governa che quando si oppone. A volte le rivoluzioni avvengono per caso. Paradossalmente questo incontro potrebbe essere la fotografia di un passaggio epocale, da una cultura dell’etica politica ad una possibilità di cultura laico-riformista. Naturalmente in embrione perchè a Sezze l’edificio più alto è la chiesa dei Gesuiti con la loro sapienza e obbedienza, poi sotto la scuola, il seminario e solo più in basso il laico comune. E i Gesuiti non mollano niente.
Rinaldo Ceccano
Articolo ripubblicato dal magazine Poster – del 06/06/2022
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