Quel labile confine tra arte colta e arte popolare
Oggi viviamo in un’epoca in cui tutto è comunicazione. Le tecnologie di massa l’hanno resa veloce e in grado di raggiungere tutti.
Neanche l’arte e la cultura possono sottrarsi al progresso, prodotte e distribuite da tecnologie di massa, progettate per essere consumate da moltissime persone.
Ma l’arte è davvero alla portata di tutti o ci sono livelli più o meno alti nella produzione artistica?
Nel corso dei secoli prima e dei decenni poi, il confine tra “arte colta” e “arte popolare” si è fatto sempre più labile.
Già Baudelaire aveva intuito la “decrepitezza del suo scrivere”, distanziandosi dai contenuti classici e spostando i suoi scritti sulla realtà delle strade parigine.
Così l’arte è diventata, pian piano, il mezzo per abbattere le barriere culturali ed economiche, spingendo le persone ad appassionarsi, a rimanerne intrigate. Si è spogliata della veste del lusso e dell’esclusività, rendendosi accessibile.
Se la cultura diventa “vissuta”, se l’arte è sperimentata, allora diventa di tutti e il suo possesso smette di essere un mezzo di potere.
Il Sezze Film Festival
Stefano Madonna è un giovane setino con una grande passione per il cinema, che vanta già una grande esperienza nel mondo dello spettacolo.
Ho conosciuto Stefano ancora bambino insieme ai suoi genitori. Non posso che complimentarmi con lui non solo per i risultati che sta raggiungendo quanto e soprattutto per la sua tenacia nell’inseguire una passione. E ancora sono grata a Stefano per aver voluto condividere tutto questo con la sua comunità, aggiungendo lustro alla nostra Sezze.
Nei giorni scorsi, si è svolta la quarta edizione del suo Sezze Film Festival, dedicato a cortometraggi, lungometraggi, videoclip musicali, documentari e web series.

“E’ stato un vero red carpet a Sezze del grande cinema italiano e internazionale andato in scena nelle location di Auditorium San Michele Arcangelo e Museo Archeologico, dove si è svolta la quarta edizione del Sezze Film Festival dal 31 marzo al 2 aprile, dedicato a cortometraggi, lungometraggi, videoclip musicali, documentari e web series.”
Format “veloci”, adatti ad una comunicazione agile che permette al contenuto artistico e culturale di arrivare a tutti.
Certamente una grande occasione per la nostra comunità e soprattutto per i nostri giovani che avrebbero avuto la possibilità di una finestra spalancata su un mondo che gli appartiene.
Dico avrebbero e me ne rammarico perché purtroppo non abbiamo raccolto l’assist di Stefano.
Le proiezioni risulterebbero essere state riservate a pochi fortunati su invito ma soprattutto non si è creato alcun evento rivolto ai ragazzi a margine del festival. È un vero peccato che non si sia pensato a “sfruttare” la presenza e l’esperienza di Stefano e dei suoi collaboratori. Sarebbe stata l’occasione giusta per offrire un’opportunità unica di crescita ai nostri ragazzi.
L’arte diventa d’élite quando l’assenza di una politica culturale ne ostacola il suo essere in mezzo agli uomini ma è un potente mezzo di inclusione e crescita quando coltivata.
Mi auguro che in futuro possano esserci nuove e numerose occasioni di fruibilità dell’arte.

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Manuela Fantauzzi
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