Anfiteatro, “cornuti e mazziati”

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Un indirizzo politico di un’amministrazione crea il danno, tre amministrazioni che seguono non riescono a risolverlo, aggravandolo, la Regione chiede i soldi e l’attuale amministrazione decide che a pagare saranno i cittadini. I cittadini che hanno già subito il danno di non avere più l’Anfiteatro.

Lo sviluppo recente

Se l’amministrazione Lucidi non cambierà idea all’ultimo momento, il Comune di Sezze si prepara a trattare con la Regione Lazio la rateizzazione dei pagamenti per la cifra di 1 milione 300 mila euro circa, che lo stesso Ente ha richiesto per l’incompiuta ed Ecomostro dell’Anfiteatro.

Del resto, questa è la decisione votata dalla Commissione Lavori Pubblici presieduta dal consigliere Pasquale Casalini (commissione che nelle settimane precedenti ha anche effettuato un sopralluogo sul luogo del misfatto).

L’Antefatto

Nella Commissione, a relazionare è stato lo stesso sindaco Lidano Lucidi. Lucidi ha illustrato la sentenza della Seconda Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Roma, emessa nei giorni scorsi dal Giudice Eugenio Curatola. Ha poi spiegato di essersi consultato con l’avvocato Alberto Costantini, che ha suggerito di non ricorrere in appello. Costantini è il legale scelto già dall’inizio per seguire la vicenda generata dalla richiesta della Commissione Docup di riavere indietro i fondi concessi per un progetto nato sbagliato. Lo stesso avvocato romano è adesso convinto, dopo anni di tentativi a vuoto pagati con parcelle da migliaia e migliaia di euro, che è inutile appellarsi. Ci sarebbero infatti scarsissime possibilità di ottenere un risultato diverso.

Non solo, ma appellarsi per vedere confermata la sentenza di primo grado, inoltre, costringerebbe il Comune a pagare subito la cifra richiesta dalla Regione. Adesso invece è possibile cercare una transazione per ottenere una dilazionare di pagamento in 20 anni.

Il risultato…positivo!?

Di ciò il Comune, viste le sue casse disastrate, dovrebbe essere pure contento. Peccato che quei soldi il Comune non li fabbrica ma li ottiene dalle casse pubbliche, ovvero dai cittadini che si ritrovano a pagare una colpa di certo non loro. L’unica loro colpa, al massimo, è stata quella di eleggere rappresentanti che hanno permesso la realizzazione del danno.

La sentenza

La sentenza dello scorso febbraio parla chiaro: “La revoca del finanziamento è stata determinata esclusivamente da una serie di inadempimenti addebitabili al Comune di Sezze. Tenuto conto della documentazione prodotta, lo stesso Comune deve essere, quindi, condannato alla restituzione in favore della Regione Lazio della complessiva somma di 1.323.651,72€, oltre interessi legali dalla domanda al saldo e rifusione delle spese di lite che si liquidano in 16.686€ tra esborsi e compensi, oltre alle spese generali, all’Iva e ai contributi come per legge”.

La speranza

La speranza di molti è che possa esserci un ripensamento. Non sarebbe il primo per un’amministrazione che nei suoi primi sei mesi, ha fatto un passo indietro sull’impianto di compostaggio (dopo due tentativi di passo in avanti); è tornata sui suoi passi sull’organizzazione Sagra allo Scalo; ha rimandato a dicembre 2023 la soluzione dello scandalo tombe al Cimitero; ancora tentenna sulla modalità di svolgimento della Processione del Venerdì Santo; a quasi sei mesi dal suo insediamento ancora non nomina un assessore al bilancio.

Un rapido excursus della storiaccia dell’Ecomostro

L’inizio dei lavori che distrussero le vecchie gradinate e il campo sportivo (foto Vincenzo Serra)

L’Anfiteatro di Sezze, nella sua versione precedente allo scempio, ha ospitato partite di calcio ed eventi di musica e spettacolo per decenni. Alcuni degli eventi hanno portato sulle tribune decine di migliaia di persone. Le gradinate erano realizzate sul versante naturale della collina come da progetto dell’ingegner Piacentini.

Nel 2004 l’APT (Associazione Promozione Turistica) della Provincia di Latina ne concede il diritto di superficie al Comune di Sezze tramite atto notarile.

La struttura è usurata dal tempo ma niente di eccessivo. Il Comune, così come consentito dal regolamento, approva un progetto redatto dall’architetto Cerocchi per la ristrutturazione.

Il 26 giugno 2005 però partono i lavori di sbancamento con le ruspe. L’Apt chiede chiarimenti e ad ottobre 2005 diffida il comune intimando la sospensione dei lavori. Il Comune non solo non si ferma ma approva un secondo progetto.

Il primo progetto di restauro è finanziato per 360 mila euro. Il secondo è invece beneficiario di un finanziamento di oltre 2 milioni di euro, di cui, una parte di circa 750 mila euro, spettante al comune.

Si punta sul secondo che viene approvato prima in Giunta Comunale, poi in Giunta Regionale, dove c’è l’assessore setino Sonia Ricci. È il progetto di un’opera del tutto sbagliata, che punta a modellare una sorta di teatro aperto di cemento al posto di quello che era l’anfiteatro. Lo scellerato progetto, incredibilmente approvato, era privo di palco, camerini, allacci e altro ancora. Ciò che ne è venuto fuori, è sotto gli occhi di tutti da anni. Anni durante i quali è stato poi permesso che l’obbrobrio venisse per giunta saccheggiato, danneggiato e ridotto praticamente a rudere senza entrare mai in funzione.

La prima richiesta di rimborso è datata 2013. Da allora ci sono stati tentativi a vuoto di richiedere fondi per completarlo, vari progetti per recuperarlo e un tentativo di alienazione per la messa in vendita.

La beffa dopo il danno

Come da bollettino Ufficiale della Regione Lazio infatti, l’Anfiteatro venne messo da La Pisana tra i beni vendibili. Fortuna volle che gli esponenti del MLIS, movimento civico setino, se ne accorsero e tramite un’interrogazione in Regione dell’allora consigliere regionale Fabrizio Santori, riuscirono ad interrompere la procedura. Nessun altro a Sezze, aveva notato l’accaduto, ma del resto, tranne che gli stessi Luigi Gioacchini e Lanfranco Coluzzi due referenti del MLIS), nessun altro per anni ha mosso un dito sulla vicenda. Una vicenda che offende un intero paese, lo priva di un volano turistico notevole e di tutto il suo indotto ormai da oltre dieci anni e ora potrebbe anche costringere i setini stessi a pagare di tasca loro. Come si suol dire a Sezze, cornuti e mazziati.

Appendice

Sulla scelta del Comune di accettare passivamente la sentenza di primo grado e pattuire con la Regione la rateizzazione del pagamento, Luigi Gioacchini ha dato mandato ad un avvocato di preparare un esposto da indirizzare alla Procura Generale della Corte di Conti e ad altre autorità, in quanto convinto che ciò porti danno ai cittadini.

La tabella dei lavori

Rapida cronistoria

La genesi del fattaccio Ecomostro, con l’approvazione del suo progetto, avviene tra il 2004 e il 2005, a Sezze è Sindaco Lidano Zarra, la cui Giunta approva i due progetti. Il primo di recupero, il secondo di stravolgimento.

22 Giugno 2005 inizio dei lavori

Nel 2006 Zarra viene sfiduciato e la sua amministrazione, cominciata nel 2003, cade per lasciare spazio al commissariamento.

12 giugno 2006 presunta data di fine lavori

Nel 2007 viene eletto sindaco Andrea Campoli che viene confermato primo cittadino nel 2012. Lui si ritrova in mano la conclusione dei lavori per un’opera che non funziona e ad intraprendere il tira e molla giuridico con la Regione Lazio che chiede indietro i soldi.

Agosto 2012, prima ordinanza di interdizione dell’area lavori a firma dell’Ufficio Tecnico comunale di Sezze, Dirigente Mauro Vona.

Marzo 2013 la Regione Lazio chiede indietro, per conto dell’Unione Europea, i fondi concessi.

Ad aprile 2015 la Regione Lazio, guidata già dall’attuale presidente Zingaretti, inserisce l’Anfiteatro tra i beni alienabili.

5 febbraio 2022 Sentenza Seconda Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Roma

Negli anni l’opera viene vandalizzata ripetutamente senza che nessuno si preoccupi di preservarla

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Luca Morazzano

Laureato in Filosofia e iscritto all’Ordine dei Giornalisti, comincio la mia esperienza di scrivere e raccontare, cominciando dai campi di calcio di provincia. Da anni corrispondente locale dei principali quotidiani di zona, l’esperienza nel mondo dell’editoria mi ha portato a dirigere periodici locali, a redigere testi per album didattici, a incontri formativi nelle scuole e tanto alto. Collaboro con testate online a carattere nazionale in siti di informazione, di settore e generalisti.
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