La mostra di Arlecchino di Silvio Sangiorgi a Priverno

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Tra le diverse iniziative del Carnevale messe in campo dal Comune di Priverno, spicca per la sua curiosità la mostra di dipinti su Arlecchino del pittore Silvio Sangiorgi. Molto nutrito il suo curriculum artistico. Nato nel 1977 a Sezze, dopo aver conseguito il diploma presso l’I.T.C. Corradini si iscrive alla Facoltà di Economia di Latina. Nel 1999 si trasferisce a Siena dove frequenta la Facoltà di Giurisprudenza e successivamente quella di Lettere. Si dedica così alla scrittura di diversi libri e alla pubblicazione di alcuni cataloghi dedicati alle sue mostre di pittura. Da ricordare senz’altro Piazze, Corti, Piste, Palcoscenici, contemporanei alle sue mostre sui giullari e maschere. Pubblica ancora un quaderno n.1 sull’Arlecchino di ventura e più in là quaderno n.2 dedicato al ciclo pittorico del dietro le quinte del mondo del circo. Continua ancora la sua attività di pittore sulla quale scrive il direttore scientifico di Open Circus, Nicola Campostori, lo storico del Circo, Alessandro Serena, la critica d’arte Azzurra Piattella. Numerosi anche i premi vinti in concorsi di pittura che qui non citiamo per problemi di spazio. Dal 2007 al 2012 è stato presidente e organizzatore del Premio di Pittura ed Estemporanea “Primomaggioinsieme” nei Monti Lepini a Sezze ed ancora giurato in diversi premi di Poesia. Nonché autore di copertine e illustrazioni. Nel 2016 è stato ospite dell’VIII edizione giornate di studio sull’arte circense., Università degli Studi di Milano. Diverse sue opere sono esposte in permanenza in prestigiose gallerie di Los Angeles, Milano, Modena e Lecce. E’ altresì presente in pinacoteche e collezioni in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Milano.

Il nostro è diventato così nel corso degli anni pittore di maschere. Veramente notevoli sono le sue opere sullArlecchino che mostra in questi giorni del carnevale a Priverno presso i Portici Comunali. L’Arlecchino di Silvio Sangiorgi non è quello pimpante, giullare, comico e beffardo, ma una maschera riflessiva, pensante, dimessa, da cui traspare una profonda interiorità, sia pura nella versione mirabolante di maschera intellettiva. E’ lo stesso Sangiorgi a rivelare che il suo Arlecchino rappresenta se stesso. Le sue opere, sia pur tristi, sono diversificate nei tagli, nelle pose, nelle espressioni. Anche le tecniche sono diversificate: dalla matita ai pastelli alla tempera all’olio. Un mix ben congegnato di figure sia pur attraenti e speciali. Non caricature estroverse, ma uno studio attento del ritratto di una maschera ambivalente e soprattutto tranquilla e profonda. Una sorpresa che certamente la critica ed il pubblico nostrani non si aspettava. Rimane, questa di Sangiorgi, una mostra attraente e validissima che i privernati hanno saputo apprezzare.

 

 

 

 

 

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