Vittorio Reginaldi, quello che “aiutava” per fare casa

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Bisognava costruire, bisognava ricostruire, bisognava fare il mondo. Ma nessuno sapeva come, nessuno immaginava come.

Questa è la storia di uno che ci ha provato, che ci è riuscito, che l’ha giocata la vita. Tanto che il suo nome, meglio cognome, è diventato per tanti sinonimo de lavoro stesso. A Sezze, nel piano, non si diceva vado a prendere il materiale, ma bastava “vado la Reginaldi”.

E’ la storia di, Vittorio Reginaldi classe 1944, il 15 febbraio. Nasce in una Sezze ancora ferita, cresce in una Sezze che andava costruita. Non si sapeva neanche come costruire. Il padre, Abondio Reginaldi detto Peppe, era una guardia campestre mentre la madre Stella Caschera aveva un grande da fare con nove figli.

La sua era una storia “normale” per tempi non certo normali, pieni di speranza da chi aveva toccato con mano il male, il male vero, di chi voleva la dignità perchè sapeva cosa era la fame e la prepotenza.

Vittorio era un ragazzo uguale agli altri, ma aveva una passione “vedere venir su le case” o vederle risorgere, amava l’edilizia. Un poco come oggi sono tutti chef, solo che allora tutti volevano un posto sicuro dove stare meglio.

Nel 1965 e il 14 febbraio giorno di San Valentino,  Vittorio si sposa Pia Salvati

Detto ora manco si capisce, ma allora se ti volevi salvare era meglio partire, farsi un giro altrove, cercare nel mondo: ad agosto del ’65 insieme partono migranti in Francia, a  Lione.

E’ francese il primo figlio (febbraio del 1967) lo chiameranno Fabrizio, poi  a maggio del 1968 nasce Roberto

Quanta storia d’Italia nella storia di chi… ecco la nostalgia. Ad un certo punto è come se ti richiama il tuo mondo, ti dice torna che qui hai altre carte da giocare e puoi vincere.

Vittorio resta in Francia fino al 1975. E’ giunta l’ora di tornare. In Francia si era fatto valere nelle costruzioni:  lavorava per una grande impresa leader in Francia: da semplice muratore in pochi anni ricoprì il ruolo di capo cantiere per poi essere aiuto assistente.

Torna in Italia e sa il fatto suo, sa come si fa e nel 1978 apre magazzino edile.

Sono gli anni del boom edilizio, anni d’oro, e “iamo da Reginaldi” diventa un mantra per tante famiglie, i setini da contadini erano diventati muratori e costruivano il mondo nuovo, letteralmente

Nel 1978 nasce Marco, il terzogenito.

Allora Vittoria condivideva il mondo, i soldi cominciavano ad arrivare ma erano pochi e lui “aiutava”. Era il tempo della parola degli uomini, ci si fidava, ci si aiutava, ci si riconosceva. Di questa pasta era Vittorio.

Poi chi era fortunato doveva aiutare e c’erano le passioni: la bicicletta e il pallone. Vittorio è stato dirigente de La Setina, presidente del Roccagorga. Generoso sempre e sempre appassionato.

Ma… son sempre pronti i guai, come dice Guccini ne “il pensionato”

Nel 2013, il giorno di San Lidano, 2 luglio, dopo vari accertamenti la diagnosi non da scampo, cancro ai polmoni. Il 19 novembre 2013 alle 20 meno 10, Vittorio Reginaldi muore.

“Il giorno dei funerali – ricorda il figlio Roberto – celebrati da don Nello nella Chiesa San Carlo da Sezze  alla Stazione , nonostante la pioggia battente, migliaia di persone lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio. Tanta era la folla che fu necessario, per le forze dell’ordine, deviare il traffico. Diverse decine furono le corone di fiori e centinaia i mazzi di fiori verranno portate nel cimitero monumentale di Sezze. A dieci anni dalla sua scomparsa, tantissimi portano vivo il ricordo di una persona umile e onesta come pochi”

E chiuse “e di questo ricordo sono orgoglioso”.

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