Sezze. Città di Dinosauri

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Sono trascorsi quasi 20 anni dalla scoperta delle oltre 250 orme di Sauropodi rinvenute nel sito della Ex Cava Petrianni a Sezze. Ne parliamo con uno degli scopritori, il Geologo Daniele Raponi che ringrazio per aver rilasciato l’intervista al Fatto a Sezze.

Cosa rappresentano per te le Orme di Sauropodi rinvenute a Sezze?

Le impronte di Sezze rappresentano il coronamento di un sogno. In quel luglio del 2003, per un giovane geologo specializzato in paleontologia che aveva da poco terminato il Dottorato di Ricerca, fu come toccare il cielo con un dito. Non c’è cosa più bella: aver contribuito alla crescita della scienza! Il professore all’Università con il quale mi sono laureato amava ripetere, mutuando una frase del filosofo francese Bernardo di Chartres, che il cammino della scienza è paragonabile a quello di un “nano che cammina sulle spalle di un gigante”. Ecco mi sentii a suo tempo, e mi sento ancora oggi, come un “nano” che ha compiuto un bellissimo passo sulle spalle di questo gigante meraviglioso che è la Conoscenza. Non posso non ricordare a tal proposito i miei colleghi, Gaspare Morgante e Fabio Dalla Vecchia, che con me portarono alla luce le impronte.

Daniele Raponi

  Com’è la situazione attuale sullo stato di deteriorita’ di questo patrimonio?

Lo stato generale delle impronte, purtroppo, è di fortissima precarietà. Bisogna intervenire il prima possibile per evitare un ulteriore depauperamento delle orme singole e della superficie con la pista del Sauropode. Preoccupano soprattutto alcune delle impronte tridattile e tetradattile della terza superficie.

Cosa potrebbe rappresentare questa scoperta scientifica per il territorio Setino, quali potenzialità? 

Rappresenta un unicum scientifico di rilievo internazionale. Un’occasione straordinaria per il rilancio turistico, ovvero, economico dell’intero tessuto produttivo locale. Il richiamo straordinario dei dinosauri, rappresentano un volano straordinario per qualsiasi progetto di sviluppo turistico. E’ necessario integrarlo con le attività imprenditoriali del territorio di Sezze e non solo. 

Dinosauria. Le Impronte di Sezze

Sei stato il curatore della mostra “Dinosauria” organizzata e promossa dalla Compagnia dei Lepini. È stata una mostra di successo. Parlaci di questa tua esperienza.

E’ stato un altro sogno che si è concretizzato. Una autentica “scossa” a tutta la comunità locale di Sezze che, grazie alla mostra, ha maturato maggiore coscienza dell’immenso patrimonio che la città possiede. E’ stata inoltre l’occasione per far conoscere tale ricchezza in quanto tanti cittadini setini non ne erano consapevoli. Ed infine è stata un’esperienza professionale molto gratificante. La condivisione di obiettivi di alto profilo con persone diverse e nell’ottica di un lavoro di squadra, ha reso questa esperienza straordinaria soprattutto sotto il profilo umano. E di questo vanno ringraziate tante persone e amici che si sono spesi ed adoperati con grande impegno e professionalità. Vanno ingraziate le istituzioni locali, in primis la Compagnia dei Lepini con il suo Presidente, il suo Direttore e tutto lo staff, infine gli uffici del settore cultura del Comune di Sezze. Un grande lavoro di squadra.

Convegno e Inaugurazione della mostra Dinosauria. In foto Quirino Briganti e Daniele Raponi
Immagine della mostra Dinosauria

Un Geoparco a Sezze

Hai accennato della possibile creazione di un Geoparco. Quali sono le tappe operative per rendere questo progetto concreto?

Innanzitutto, acquisire la proprietà del Bene da parte del Comune. Siamo agli “sgoccioli” poiché l’Amministrazione Comunale di Sezze, dopo tanti anni ha sottoscritto pochi mesi fa con la proprietà della cava un preliminare di vendita. A breve il sito paleontologico diventerà patrimonio di tutti, della comunità di Sezze, della città! Successivamente, si dovrà lavorare per la messa in sicurezza.

L’intera area della ex Cava Petrianni è sottoposta a una serie di vincoli tra cui PAI (piano assetto idrogeologico) imposto dall’ex Autorità di bacino della Regione Lazio, sia rispetto alle pareti dell’ex impianto di coltivazione minerario, sia per quel che riguarda il fosso Brivolco. Sappiamo che tali interventi necessitano di un grande investimento economico che, l’Amministrazione Comunale non potrà mai sostenere e quindi sarà necessario un intervento di Enti sovraordinati (Regione Lazio in primis) a fronte di un progetto di sistemazione idrogeologica e recupero dell’intera area. Infine, a valle della messa in sicurezza si dovrà procedere con delle progettualità condivise nell’ambito di una rete (di un network) locale avente come denominatore comune le emergenze geologiche e naturalistiche per la creazione di un parco tematico territoriale come ad esempio, UNESCO GEOPARK.

Cosa è stato fatto fino ad oggi?

Un primo passo importante è stato certamente l’istituzione del Vincolo, e poi l’ampliamento, del sito come Monumento Naturale della Regione Lazio. Le impronte di Sezze oggi, formalmente ed ufficialmente, sono infatti uno dei geositi più importanti della nostra regione. Di certo, dal punto di vista scientifico, fra tutti i geositi è fra quelli a più alto rilievo scientifico. 

Quale futuro?

L’urgenza vera è la preservazione delle impronte. Successivamente, si potrà progettare una fruizione delle stesse, in condizioni di assoluta sicurezza. Infine, creare un polo museale che possa rappresentare un’attrattiva per tutti. E’ auspicabile, anche in un’ottica di rilancio del centro storico, prevedere proprio un centro espositivo dal forte carattere didattico-divulgativo concepito con le moderne tecnologie, da pensare in una delle strutture dell’anima “storica” di Sezze. Tutto ciò dovrà vivere in piena osmosi con le tante attività imprenditoriali setine: nell’ambito della ristorazione, dei prodotti tipici, dell’accoglienza. Quest’ultima, andrà ripensata e organizzata in un’ottica completamente diversa. Nel prossimo futuro, quando tutta l’area della ex cava diventerà patrimonio pubblico, con la “messa in sicurezza”, si dovrà prevedere nelle aree della ex cava la creazione di un centro espositivo e scientifico dedicato ai dinosauri; in particolare, alle impronte, un vero e proprio “Jurassic Park” con ricostruzione di Sauropodi e Teropodi a grandezza naturale. Tutto ciò sarebbe funzionale alla creazione di un museo geologico “a cielo aperto” il cui “spaccato” della cava potrà divenire un laboratorio didattico privilegiato.

La mission sarà quella di educare alla conoscenza illustrando la storia geologica del nostro territorio e, in generale, del nostro “Bel Paese”. Non va dimenticato che l’area possiede già delle emergenze scientifico-culturali di assoluto rilievo come Riparo Roberto e Grotta Jolanda. Inoltre, sono presenti nella cava vecchie strutture, opere da considerare oggi come archeologia industriale. Anche su questo tema, si potrebbero realizzare percorsi di conoscenza. Il sito, offre la possibilità di realizzare anfiteatri naturali, teatri a cielo aperto come già fatto in altre realtà territoriali in cui vecchie cave di calcare sono divenute scenari teatrali naturali. Si tenga conto, infine, che tappa fondamentale sarà attivare dei protocolli di intesa con le università per favorire e aiutare lo studio e la ricerca scientifica nell’ambito geologico e, soprattutto, paleontologico! Il sito paleontologico ha le potenzialità di trasformarsi nel più importante biglietto da visita di Sezze se ci saranno le capacità progettuali con una visione di forte apertura verso l’esterno. Le potenzialità sono straordinarie e ancora, per buona parte, inespresse.

 

Articolo di Rita Palombi

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