I Sindaci vadano a Mosca come La Pira. E a Kiev.

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Sogno che i Sindaci vadano a Mosca da Putin. E da Zelensky a Kiev. Ho immaginato che i primi cittadini del nostro comprensorio vadano al Cremlino come fece Giorgio La Pira nel 1959. Per fermare le tragedie e le mostruosità della guerra vorrei che i Sindaci delle comunità pontine ripercorrano le orme del Sindaco Santo.

Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze, si recò a Mosca in piena guerra fredda, per parlare al Soviet Supremo. Una iniziativa più che insolita. Era inimmaginabile che negli anni Cinquanta un politico italiano, cattolico e padre costituente potesse essere ricevuto al Cremlino. La Pira fu il primo politico occidentale non comunista a varcare la “cortina di ferro”, il primo a parlare al Soviet Supremo di Pace e Cristianesimo. Durante la guerra fredda Mosca, definita terra d’oltrecortina, poteva essere considerata la Gerico dei tempi moderni. E per il Cristiano siciliano, prestato alla politica, Sindaco di Firenze, bisognava trovare una chiave di accesso per entrare nella città dalle mura chiuse come Gerico.

I Sindaci vadano a Mosca e Kiev e spieghino che non esiste ragione per uccidere

Giorgio La Pira, il futuro Sindaco Santo, venne ricevuto dal Soviet Supremo e nella culla dell’ateismo di Stato, senza indugio alcuno, parlò della forza del cristianesimo. Della necessità di edificare un ponte per la Pace. Oggi voglio sognare che nella comunità pontina ci sia un nugolo di Sindaci che assumano la stessa iniziativa del Sindaco Santo. Il viaggio a Mosca è solo uno dei tanti viaggi compiuti da La Pira per abbattere muri e costruire ponti coerentemente con la sua ipotesi storica e teologica dell’unità della famiglia umana. Uno dei viaggi più delicati fu quello in Vietnam, dal quale La Pira riportò una offerta di trattative che avrebbe potuto evitare anni di inutile e sanguinosa guerra.

La Pira aveva raggiunto la Pace in Vietnam 8 anni prima

Ad Hanoi La Pira incontrò Ho Chi Minh, leader del Vietnam del Nord e una vita spesa per fare del Vietnam una nazione unita e libera. Il Sindaco Santo ottenne le condizioni per interrompere le ostilità con Saigon, la capitale del Vietnam del Sud e gli Stati Uniti. La Pira riportò il messaggio ad Amintore Fanfani, presidente dell’Assemblea Onu. La pace saltò solo per una soffiata che rese di dominio pubblico la trattativa e che violò la richiesta di Ho Chi Minh della segretezza dell’opera­zione, necessaria per procedere senza l’assenso di Pechino e di Mosca. La guerra durò ancora otto anni e gli Stati Uniti furono sconfitti. L’accordo, firmato a Parigi il 2 marzo del 1973 dal segretario di Stato ameri­cano Henry Kissinger e dal rappresentante vietnamita Le Duc To, conteneva le stesse clausole concordate nel novembre del 1965 da Giorgio La Pira e Ho Chi Minh. 

I Sindaci vadano a Mosca e Kiev per illustrare l’inadeguatezza della guerra e l’inevitabilità del negoziato

Già nel 1954, nel discorso pronunciato a Ginevra sul “Valore delle Città”, in quanto Sindaco di Firenze La Pira affermò il diritto delle città a sopravvivere e quindi il dovere degli amministratori di operare per la pace.
Negli anni successivi convocò a Firenze i “Convegni per la Pace e la Civiltà Cristiana” e i “Colloqui Mediterranei”. Il cardine del suo ragionamento era al contempo semplice e potente. L’inadeguatezza della guerra a risolvere i conflitti e l’inevitabilità del negoziato sono l’unica strategia capace di stimolare e governare la fratellanza dei popoli. Da qui devono e possono partire i nostri Sindaci.

Ho l’ardire di immaginare Quirino Briganti che guida una delegazione di nostri Sindaci a Mosca e Kiev. E che i Sindaci vadano a Mosca da Putin. E poi vadano a Kiev da Zelenski. Io lo immagino Quirino Briganti, il Sindaco per antonomasia del nostro territorio, che guida una delegazione di Sindaci al Cremlino per spiegare a Putin che non esiste nessuna ragione per uccidere. E poi a Kiev per ripetere gli stessi concetti a Zelensky. E sono convinto che Briganti abbia il coraggio di farlo. La storia per saperlo fare. E sicuramente Briganti ha gli argomenti per toccare le corde del cuore anche di due autocrati come Putin e Zelenski. La guerra è inadeguata. Il negoziato è inevitabile. La morte è inaccettabile. Le mancanze sono incolmabili.

Quirino Briganti

I Sindaci leggano agli autocrati la lettera di La Pira

Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini, e i nostri Sindaci hanno storie e personalità per chiedere ai due autocrati di fermare questa immane tragedia. E hanno la forza del loro antesignano di Firenze. «I teoremi sono due: in un versante c’è la distru­zione della Terra e dell’intera famiglia dei popoli, il suicidio planetario. Nell’altro versante c’è la millenaria fioritura della Terra e dell’intera umanità che la abita. Fioritura carica di pace, di civiltà, di fraternità e di bellezza, la fiori­tura messianica dei mille anni intravista da Isaia, da Ezechiele e da san Gio­vanni. I popoli di tutta la Terra e le loro guide politiche e culturali sono oggi chiamati a fare questa suprema e irrecusabile scelta. Tertium non datur».

Sogno che i Sindaci applichino la geopolitica lapiriana

Briganti, Bilancia, Coletta, Tombolillo, Sperduti, De Lillis, e gli altri sindaci, non sono candidi né ingenui, ma per la fattualità dell’amministrare sono politici più politici di tanti altri, uomini direttamente e radicalmente immersi nella politica, una politica non intesa come macchina del potere, bensì come creatività, come costruzione di una nuova gerarchia di valori, come elaborazione di soluzioni. Il mio sogno è che possono avere anche la fantasia per dare scacco al re e interrompere l’immane tragedia. D’altronde la geopolitica lapiriana ha dimostrato che i sogni si possono avverare e attraverso il dialogo è possibile applicare la diplomazia della pace oltre gli interessi, grandi e piccoli, di Stati e Nazioni. La guerra va fermata in nome dell’appartenenza alla stessa famiglia umana e della fratellanza tra i popoli.

Rinaldo Ceccano

Articolo ripubblicato dal magazine Poster – del 04/05/2022

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Rinaldo Ceccano

Poster, Il Foglio, Il Territorio, Il Foglio della Libertà, LatinaQuotidiano, sono le esperienze editoriali di Rinaldo Ceccano. La sua arte nello scrivere e raccontare si è dipanata in altre mille rivoli: progetti europei, piani di sviluppo, programmi elettorali, piani formativi. Ha trasferito idee, storie, intuizioni e riflessioni in scritti ed elaborati testuali che sono stati assunti da altri senza rivelarne l’autore. Scrivere su “Fatto a Latina” servirà a rivelare l’origine della fonte rendendo indelebile la firma.
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