Quel fatto brutto della setina e della giovane arbitra

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IL FATTO

La pioggia batte forte e quasi nasconde il piccolo campo in terra battuta nel quartiere ferroviario di Sezze, (Latina),  teatro il 20 dicembre scorso di quella che già si può definire una pessima uscita sessista in danno di una giovane arbitra, Martina Caponera, designata per la partita del quattordicesimo turno d’andata ospitato nello stadio “Cesarino Tornesi” di Sezze Scalo, appunto, tra La Setina, al nono posto della Prima Categoria, e la vicecapolista, Cisterna di Latina, che ha vinto la partita (conclusa 0-1). Caponera dopo un provvedimento arbitrale è stata aggredita e offesa con epiteti sessisti dai due allenatori della Setina, Claudio e Massimiliano Ciotti. La Lega Nazionale Dilettanti ha severamente sanzionato entrambi. Claudio Ciotti è stato squalificato fino al 31 maggio, il fratello Massimiliano fino al 26 aprile. 

Graziella Di Mambro, articolo 21

 

Graziella Di Mambro mi segnala questo fatto brutto del 20 dicembre scorso. A Lei mi legano anni di professione, lei me lo segnala per dire e sull’amore per la mia terra “guarca che è accaduto”. Leggo e ci romango non male, di più resto ferito nel profondo.

Dei dirigenti de La Setina, la squadra di Sezze scalo, avrebbero inveito e offeso una giovane arbitro. Naturalmente le osservazioni brutte, i fatti bruti finiscono sempre per coinvolgere le comunità di cui i brutti fatti fanno parte e avvengono.

Mi trovo in difficoltà, non ho parole per spiegare quanto è lontana dal mio mondo, mondo setino, il non rispettare le donne, senza se e senza ma.

Sezze non è mai stata una patria dove conta il patrimonio ma sempre una matria dove conta l’ amore, il rispetto. Qui anche i fantasmi sono donne e le donne governano la vita civile, sociale, religiosa. Le donne sono il filo che lega il senso di essere noi stessi.

Le donne con la loro saggezza guidano le sorti della vita, la determinano, la controllano, ne definiscono i valori.

Quei dirigenti della setina che hanno inveito contro una ragazza per una partita di calcio sono deboli perché giudicano il mondo da una partita, piccoli perché non sanno perdere, inqualificabili perché se la sono presa a casa loro con una ragazza chiamata a garantire correttezza nel gioco e dignità nella vita.

E nessuna partita di calcio giustifica offesa, perché è un gioco e non ne varrebbe la pena anche se fosse vita vera.

Sono questi comportamenti figli di un macismo che nasce dall’ omicidio della nostra identità che e’ femminile, che è donna, che non è mai possesso della donna.

Ufente si innamora di Camilla, si innamora perso ma lei nella sua libertà dice no. Ufente non offende, accetta e piange, piange ma non ruba, non pretende amore. Piange da secoli, ma non pretende.

Questa è terra di donne libere, di rispetto per i deboli e di odio per i forti.

I dirigenti della setina hanno offeso una ragazza ed hanno negato la loro materia e sono diventati nulla, maleducati che e’ negare la loro madre che li ha educati. Questo dovevo alla mia matria setina, l’ unica che ho e il cui rispetto fa di me un uomo.

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