Anfiteatro, i mostruosi conti del mostro

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Ho appena ricevuto una Pec dalla Corte dei Conti, con la quale mi viene ingiunto di pagare più di 500.000 euro per il danno cagionato per aver approvato la delibera di Giunta per il secondo stralcio funzionale dell’ex Anfiteatro. Opera che era già iniziata da tempo e per la quale tentammo di mettere “una pezza” ad uno scempio già ampiamente avvenuto. Col senno del poi avremmo dovuto fermarci di fronte a quest’opera non voluta da noi, anzi osteggiata, e portare tutte quelle carte in procura. Ma bisogna esserci portati per certe cose.
Certamente mi difenderò insieme a tutti gli altri amministratori e tecnici coinvolti per far valere le nostre ragioni. Se questo non accadrà, vorrà dire che troverò, insieme alla mia famiglia, il modo per pagare questo debito. A Testa alta. Guardando dritto in faccia gli sciacalli che sempre e solo tali rimarranno.
Andrea Campoli, già sindaco di Sezze
Che brutta storia per un bel posto ucciso da un delirio iconosclasta per quel Dio che è la bellezza della natura.
Una storia, quella dell’anfitetro di Sezze, che non è questione di soldi (il rilievo della corse dei conti mosso a Campoli e agli uomini della sua giunta è ridicolo, indegno di un paese civile) ma di buon senso, di saggezza.
Chi ha pensato, autorizzato, finanziato quel progetto è da accusare ma non per conti ma per delitto alla bellezza in nome di una “modernità” che era solo “essere ignorante”.
Ora? Ora chi ha continuato per non lasciare un mostro pure incompiuto è certamente il meno colpevole.
Poi… ma chi volete, se non i mediocri, voglia fare più impegno pubblico se anche il buonsenso è censurato, oggetto di persecuzione (di questo si tratta la richiesta della Corte dei conti) a distanza di anni? Per cifre, per altro, di cui nessuno può disporre.
Quel mostro è lì da decenni, sarà il segno di una città che rifece tra le sue morbide colline Gerusalemme e per anni, un giorno ogni anno si faceva comunità unica. Invece qualcuno penso di, riconsentitemi, che non era questa devozione un samba con il bisogno di sambodromo.
Era fede con il bisogno di Dio, e questa non la pagano denari per spettacolo.
Sono vicino agli amministratori che hanno fatto il possibile dentro un mondo impazzito.
Spero che finita questa storia di soldi, qualcuno chiami il genio e butti giù il mostro.
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