Casa dei Giovani, l’incompiuta di via Cappuccini
A Sezze trovare un’opera pubblica il cui iter di costruzione è filato liscio dalla progettazione al finanziamento, fino ad arrivare alla consegna e fruibilità della stessa, è impresa ardua. Di ciò non si può certamente addossare la colpa all’attuale Amministrazione che semmai, oggi, ha la possibilità di inchiodare alle proprie responsabilità i vari colpevoli di tanti scempi.
Tra queste incompiute c’è la della Casa dei Giovani, un centro focale da cui si sarebbero dovute diramare tante attività inerenti appunto i giovani, ma rimasta un’incompiuta in via dei Cappuccini. A tal proposito, per capire quanto è anomala la situazione setina, nei giorni scorsi il Comune si è visto recapitare un atto in cui si ordina all’Ente il pagamento della cifra dovuta alla ditta che ha eseguito i lavori. Per quello che appare normale, ovvero, pagare chi esegue un lavoro, è dovuta intervenire la magistratura.
L’ennesima opera rimasta cantiere
Ma che la Casa dei Giovani non abbia granché di normale è facile intuirlo osservandola. Appare evidente come incompiuta quando invece sono stati spesi i soldi per realizzare i lavori che l’avrebbero dovuta portare a compimento. Per non parlare dei i tempi di consegna che sono abbondantemente scaduti ormai da anni, ovvero dal 2015
Nonostante l’argomento sia stato più volte ripreso, trattato in commissioni, discusso e rivisto, quello che appare sicuro ad oggi è che il Comune dovrà pagare ancora, decine di migliaia di euro e l’opera rimarrà incompleta.
L’iter interrotto
Il lavoro in questione è stato finanziato dalla Regione grazie ad un bando cui ha risposto l’Ufficio Servizi Sociali del Comune.
Al momento della presentazione del primo Stato di Avanzamento dei Lavori, nel novembre 2014, sono iniziati i problemi. Il Comune ci ha messo la sua parte percentuale per una quota di circa 70 mila, ma la Regione non ci ha aggiunto la sua quota perché sono state ravvisate delle difformità rispetto al progetto iniziale.
Nel frattempo il passare del tempo, lo stato di abbandono e atti vandalici, hanno peggiorato la situazione.
Nel 2017, la ditta costruttrice ha presentato un Decreto Ingiuntivo da 83 mila 364,21 euro, cui l’Ente si è opposto. L’incarico di difendere l’Ente nella procedura è stato affidato all’avvocato di fiducia Giacomo Mignano.
Il bando complessivo, che venne aggiudicato da un ATI ammontava a 310 mila euro. Dell’Ati faceva parte anche l’associazione del compianto Daniele Nardi, oltre alla ditta costruttrice, ovvero la Ditta Sbravatti, . Di questa cifra, 200 mila erano a carico della Regione Lazio e 110 a carico dell’aggiudicatario.
Conclusione
Il Comune intanto ha perso il finanziamento, mentre i cittadini non stanno fruendo di un’opera ben lungi dall’essere finita e che sarebbe potuta essere strategica. E anche questa, rischia di tramutarsi in soldi da pagare come tasse per ripianare i buchi dell’Ente.
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Luca Morazzano
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